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Conoscere l’epilessia

L‘epilessia colpisce le persone in tutto il mondo; è uno dei disturbi neurologici più frequenti ed è caratterizzato dalla presenza di crisi (di cui abbiamo trattato in un articolo precedente). L’epilessia può essere asintomatica o provocare disturbi anche significativi; comprendere ed identificare le crisi può essere estremamente importante dal punto di vista dell’intervento terapeutico e le osservazioni dei testimoni possono essere molto utili; è quindi importante che le persone imparino ad osservare e riferire una serie di elementi per poter descrivere al meglio l’accaduto.

Come mai accadono le crisi?

Le cause delle crisi possono essere diverse e possono dipendere dal tipo di crisi; viene effettuata una distinzione tra epilessie idiopatiche (quelle che hanno una componente “ereditaria”, avvengono senza altro motivo apparente e non derivano da altri tipi di crisi o epilessie) ed epilessie sintomatiche dovute a lesioni cerebrali che possono essere conseguenti a malformazioni cerebrali, esisti di malattie infettive (encefaliti), tumori cerebrali, ictus, traumi cranici (es dopo incidenti stradali) o a malattie neurodegenerative. Le cause possono variare o manifestarsi più comunemente a seconda delle fasce di età: solitamente le idiopatiche sono più comuni in età infantile o adolescenziale ed è piuttosto rara una loro presentazione in età adulta mentre le epilessie sintomatiche possono presentarsi anche in anziani (per esempio nel caso di ictus o malattie neurodegenerative). Nei bambini possono inoltre manifestarsi crisi epilettiche che sono scatenate da improvvisi rialzi febbrili (a volte conosciute come convulsioni febbrili); in tal caso non si pone diagnosi di epilessia e se le crisi sono sporadiche e di breve durata il rischio di una successiva evoluzione verso l’epilessia è quasi trascurabile.

Possono esistere poi dei fattori scatenanti, che in realtà non costituiscono una causa vera e propria, che possono provocare delle cosiddette crisi occasionali o aumentare la frequenza delle crisi nelle persone malate di epilessia. Esistono infatti alcuni fattori esterni che possono facilitare la comparsa di crisi in un soggetto predisposto a questi fattori ed è quindi opportuno che vengano evitati. Non tutti sono predisposti agli stessi tipi di fattori, tra i più comuni si trovano:

  • stress psico-fisici eccessivi
  • variazioni importanti del ciclo sonno-veglia
  • eccessivo utilizzo di alcool
  • luci intermittenti (sia naturali che artificiali).

Accade molto raramente che il medico abbia occasione di osservare il suo paziente durante una crisi ed è quindi importante ottenere dal paziente stesso o da altri una descrizione dettagliata. Diventa quindi importante imparare ad osservare e riferire una serie di elementi in maniera tale da poter descrivere al meglio l’accaduto:

  • Quando è successa? (la data, l’ora di insorgenza, se è accaduta nel sonno o da svegli)
  • Quanto è durata?
  • Cosa stava facendo la persona colpita quando è iniziata la crisi? C‘erano delle circostanze particolari al momento in cui è insorta la crisi?
  • Con quale sintomo è iniziata? Poi cosa è accaduto? Ci sono state delle “fasi”?
  • Si è verificato un irrigidimento del corpo? Ci sono state convulsioni o contrazioni muscolari?
  • C’è stato morso della lingua?
  • C’è stata perdita di urina o feci?
  • La persona si è accorta che stava accadendo per accadergli qualcosa? (ad es. si è appoggiata o seduta perché a capito che si stava sentendo male?)
  • C‘è stato un cambiamento del colorito? (rossastro, bluastro, altro)
  • Ci sono state ferite?
  • La persona colpita è sempre rimasta in grado di comunicare e reagiva normalmente? In caso negativo, sembrava stordita o aveva perso coscienza?
  • Quanto tempo è trascorso prima che la persona colpita si sia ripresa interamente?
  • La persona colpita ricordava sensazioni o eventi particolari occorsi all‘inizio della crisi?

In alcuni casi come quelli in cui vi sono alterazioni della coscienza (che quindi precludono una descrizione dettagliata da parte del paziente stesso) un racconto accurato e le osservazioni dei testimoni (familiari, colleghi di lavoro, compagni di scuola, insegnanti ma anche estranei che per caso hanno assistito all’accaduto) possono essere importantissime.

Dott.ssa Flaminia Camilli